L’ostetrica, nella sua identità di donna accanto alla donna, è antica quanto il mondo. Inevitabilmente le donne esperte di parto, perché hanno
partorito molti figli oppure perché particolarmente interessate alle problematiche della nascita, hanno affiancato altre donne […].
Il sapere della nascita, questo sapere “femminile”, oltre che attraverso l’esperienza personale, è stato sempre trasmesso attraverso
le generazioni femminili […] da donna a donna.
La professione dell’ostetrica è regolata dal profilo professionale, dal curriculum di formazione di base, dal Codice Deontologico
(FNCO, 2010) e dal Codice Etico Internazionale (ICM, 1994).
Il profilo professionale recita: “L’ostetrica assiste e consiglia la donna nel periodo della gravidanza, durante il parto e nel
puerperio”. Esprime chiaramente il principio fondamentale della continuità
dell’assistenza attraverso tutto il percorso
della maternità.
La continuità dell’assistenza, quale indicatore di qualità
professionale, offre una risposta al bisogno della madre, del bambino e del papà di avere un punto di riferimento relazionale
costante.
In questo, la caratteristica più saliente dell’ostetrica è quella di offrire
tranquillità alle donne e di facilitare loro il passaggio verso la maternità […]. Con la sua infinita fiducia nella natura e nelle sue capacità di compensazione, nella sua forza di sopravvivenza,
riesce ad affrontare situazioni patologiche, senza danno per la vita della donna e del bambino[…]. Al centro degli eventi sta comunque sempre la donna […]. L’ostetrica non conosce la moderna
onnipotenza. Si ferma dove si ferma il suo sapere.
(Tratto da Salute e nascita. La
salutogenesi in gravidanza di V. Schmid)